Mi trascinarono nel luminoso corridoio, riccamente decorato e la porta si aprì sull'ufficio grondante di profumo di fresche rose. Lo sguardo rassegnato e duro della direttrice mi si spalmò addosso come colla per topi e per quanto mi dimenassi non mi sarei potuta districare dalla riprovazione che provava nei miei confronti.
Mi vergognavo e a ragione.
- Signorina - iniziò - Ho tentato invano di portare pazienza con lei, giacché è sempre stata una delle mie allieve migliori, brillante, quasi geniale oserei dire, ma la sua recente condotta ha decisamente oltrepassato ogni limite!
La colla era sempre più viscida e densa e io ci stavo annegando.
- Se non sbaglio, nell'ultimo nostro colloquio affrontammo tutta una serie di questioni, chiamiamole così, riguardo alle tematiche e agli avvenimenti che tanto la turbano, sviscerandole nei più reconditi risvolti, tanto da non lasciare più adito a fantasiose e bizzarre interpretazioni. Confidavo nel suo innato buon senso e in ciò che in tutti questi anni ha appreso presso la nostra struttura, ovvero disciplina, razionalità, abnegazione per Causa, che è sempre stata il suo unico interesse. Sempre.
Quanto ci mette un topo a morire invischiato? Qualcuno dice anche tre giorni. Potevo resistere così tanto?
- Per questo sono esterrefatta e profondamente oltraggiata per ciò che lei continua a perpetrare alle nostre spalle! Dovrebbe vergognarsi! Tradire in questo modo la fiducia che in lei è stata così ingenuamente riposta. Quale infido serpente sta manovrando il suo cervello? Deve destarsi, si svegli! Se non riuscirà a fermarsi da sola saremo costretti, nostro malgrado, a farlo noi. E qualora nemmeno con la maestria della nostra arte dovessimo riuscirci, beh allora signorina, ci penserà qualcun'altro a sbarrare il lugubre sentiero che si ostina a percorrere.
Potevo resistere così tanto? Potevo aspettare che qualcun'altro arrivasse a sciogliere questi vischiosi pensieri, questa follia appiccicosa, questa densa palude entro la quale stavo sprofondando?

Mi ricondussero nel luminoso corridoio verso la mia camera. Ad ogni passo lasciavo dietro di me una lunga scia viscosa e il rischio più grande era uno solo: che qualcun'altro potesse restarci attaccato con me.