Che ne sarà dei nostri passi
or che solitari procediamo,
or che Musa tornata è nei suoi regni
e più petali spargerà sul nostro suolo?
Resteranno attesi i baci
e mani ancora cercheremo
nell'oblio del sonno?
Che ne sarà dei nostri giorni,
inattese fenici adornate a festa
che bruciar pur dovranno
nell'ordinario tempo?
Resterà del rinnovato incontro
il fresco stupore
che persi ritrovammo?
Avanziamo su sabbie incerte
misurando i nostri passi
nel cauto incedere
del domani.
cammina leggera amica mia, perché orme profonde lasciano sempre dei segni indelebili.. Sempre un piacere leggerti. Sincero abbraccio:-)
RispondiEliminaRicambio l'abbraccio, vagabondo cantore dell'anima
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