Quaggiù,
dove raggio non scalda
del corpo
marmorea dimora,
a te vengo
di lutto vestita,
devota ancella
senza volto e senza nome,
a cercare
nell'immoto tuo sguardo
il conforto.
Con trame di ghiaccio,
che vita strapparono
dal cuor tuo,
tiepido manto
vado tessendo,
con cui anima s'avvolge
quasi a sembrar abbraccio,
che giunse mai
e mai
viventi membra
restituiranno più.
...intima elegia quale intensa preghiera a un'anima cara...versi stupendi cui accarezzo col cuore,,,ciao cara amica..:-((
RispondiEliminaGrazie Sergio caro...
EliminaUna preghiera molto toccante. Ogni qualvolta la rileggo mi sento prendere da emozioni indescrivibili .....complimenti Fatima! Posso portarla nel mio blog?
RispondiEliminaCerto Simo, ne sarei onorata...
EliminaUn caro abbraccio