giovedì 5 luglio 2012

COME UN ROMANZO


Chi racconta storie non può non partire dalle esperienze della vita, spesso proprio della propria. Così se il "poeta è un fingitore" lo è anche nel senso che può narrare la sua vita celato dietro il velo della metafora, dell'immaginazione, dei versi, dei sogni ad occhi aperti. 


Può accadere così che difronte ad  un racconto in realtà ci troviamo davanti alla vita dell'autore, ma lui finge che sia solo una storia, si difende da ogni incursione nel suo privato perchè ci fa credere che è solo un'invenzione.


Io amo scrivere, l'ho sempre fatto sotto diverse forme. Non so chi leggerà queste righe, questi pensieri raccolti dal vento, non so chi pescherà dai flutti queste bottiglie per vedere cosa c'è dentro.




Qualunque cosa ci sia non sapremo mai fino in fondo quando è solo racconto e quando è vita vissuta, qual'è il labile confine che separa il ricordo di un'esperienza vissuta da una solo immaginata, sperata, sognata...

2 commenti:

  1. ...penso che il tuo incipit, sia una disamina corretta. Io credo però, che colui che ami scrivere in prosa, abbia sì la possibilità di ricorrere a maschere diverse, ma non quella di nascondere il volto di 'sè'...il poeta invece, non può nulla contro i moti del suo cuore, se non trascriverli in musica scritta...e tu cosa ne pensi?...con sincero affetto...

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  2. Ma poi cos'è il sè? Non certo un'unità coerente e sempre identica a se stessa. Io penso che ogni individuo non può mai essere uguale a se stesso in ogni momento con nessuno. Il "sé" non è bidimensionale come un foglio, di cui tu vedi il davanti e tuttalpiù il retro, ma è più simile ad sfera. Cosa succede? Per osservarla in tutta la sua interezza e nelle sue più nascoste sfaccettature le devi girare intorno o è lei che devi girasi a 360 gradi per te. Ma in un caso o nell'altro,nel momento in cui ne osservi una faccia te ne resta nascosta un'altra e magari quella faccia, quella "maschera" che tu stai osservando presenta caratteristiche opposte a quella che hai visto in precedenza, ma restano pur sempre i volti della stessa sfera che tu hai davanti. Siamo troppo complessi per pretendere di avere un solo volto da mostrare in tutte le occasioni. Così nella prosa uno può di volta in volta pendere una delle sue maschere e farne un personaggio, non nascondendosi affatto, anzi mostrando in tutti i dettagli quell'aspetto che lo caratterizza per poi passare ad un'altra maschera - personaggio che rappresenta un'altro aspetto del proprio, complicatissimo sé.
    Per ciò che concerne la poesia invece concordo: in una poesia si condensa il succo dell'anima, è una spremuta di cuore, che di volta in volta può essere più o meno dolce, più o meno amara. Però c'è da dire che proprio perchè nella poesia si svelano gli affanni e i tormenti più intimi dell'animo il poeta potrebbe essere tentato di non denudarsi del tutto, come in un ultimo gesto di pudore prima di darsi al mondo e lo può fare usando lo stile ermetico (di cui faccio spesso uso).
    Presto metterò la sezione delle mie poesie e capirai meglio cosa intendo.
    Un caro saluto
    Fatima

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CIAO, DIMMI A COSA PENSI...◕‿◕

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